Giuseppe Tofalo immagina il libro “Life coaching per realizzare il tuo potenziale” con La Favola del Successo

Benvenuti a un nuovo appuntamento con le interviste de “La favola del successo”, la collana di libri dedicata agli imprenditori e a chi desidera accrescere il proprio know-how. Oggi siamo con Giuseppe Tofalo, Life Coach che ci racconta la sua mission e immagina con noi il libro dedicato alla sua attività.

Ciao Giuseppe e grazie per essere qui. Cominciamo cercando di capire meglio la tua professione. Sei un life coach, giusto? Raccontaci un po’ cosa significa essere un life coach e in che ambito operi. Quali sono le tematiche che tratti?

“Grazie a voi per l’invito. Sì, sono un life coach e vedo questa professione come una vera e propria missione di vita. Ho scoperto il coaching durante un momento difficile della mia esistenza. È stato uno strumento potente che mi ha aiutato a superare una crisi e a ritrovare la mia strada. Dopo aver sperimentato personalmente il suo impatto, ho capito che volevo fare lo stesso per gli altri, supportando chi si trova in difficoltà o vuole semplicemente raggiungere obiettivi personali. Il coaching è uno strumento che aiuta a chiarire situazioni complesse, sbloccare momenti di stallo e sviluppare un percorso verso il cambiamento. C’è un metodo specifico: si parte dalla mappatura del problema, per poi passare a un piano d’azione che identifica risorse, obiettivi e strategie. Gli obiettivi devono essere chiari, misurabili e soprattutto in linea con i valori della persona”.

Interessante! Quindi c’è un metodo ben definito. Potrebbe essere utile proporlo in un libro, tracciando un percorso che ma offra prospettive e soluzioni concrete alle persone…

“Assolutamente sì! Un libro può essere un ottimo strumento per introdurre il metodo del coaching e proporre un percorso pratico per lo sviluppo personale. Ovviamente poi il percorso di coaching si sviluppa attraverso un percorso personalizzato, ma un libro potrebbe essere una guida iniziale, suggerendo riflessioni e strumenti pratici”.

E su quale tematica ti piacerebbe focalizzare il libro?

“Beh, su due piedi direi che partirei dall’ascolto di sé. È una domanda fondamentale: “Perché faccio quello che faccio?”. Questo tipo di riflessione aiuta a capire se le nostre scelte sono davvero allineate con ciò che siamo e vogliamo essere, oppure se sono il frutto di condizionamenti esterni, come la società o la famiglia”.

Un tema davvero potente. Ma come si arriva a rispondere a questa domanda? Non è facile restare concentrati su questi interrogativi.

“È vero, è una domanda impegnativa e spesso le persone tendono a evitarla. Per questo consiglio strumenti complementari, come la meditazione. Meditare significa ascoltarsi, connettersi al proprio sé più autentico, quello che spesso viene messo a tacere dal rumore del mondo. È un esercizio laico, accessibile a tutti, indipendentemente dal proprio background culturale o religioso”.

Quindi la meditazione diventa un primo passo verso la consapevolezza. Qual è il passo successivo?

“Una volta che hai fatto chiarezza su chi sei e cosa vuoi, il passo successivo è passare all’azione. Qui entra in gioco il metodo del coaching. Attraverso domande mirate, aiutiamo le persone a identificare le proprie risorse e talenti. Ognuno di noi ha qualità innate che spesso non riconosce. Il nostro lavoro è portarle alla luce e usarle per raggiungere obiettivi concreti”.

Quindi il coach non dà risposte, ma aiuta a trovarle dentro di sé?

“Esattamente. Il coach non dà consigli, ma fa domande potenti. Le risposte devono venire dalla persona stessa, perché solo così saranno davvero autentiche e trasformative. Spesso, durante questo processo, l’obiettivo iniziale cambia, perché la persona scopre nuove possibilità e risorse che prima non considerava”.

Questo processo di cambiamento sembra quasi una metamorfosi. Ma non pensi che molte persone abbiano paura di cambiare?

“Certo, il cambiamento spaventa, ma è anche una grande opportunità. Le crisi, ad esempio, sono momenti di crescita. Fanno male, ma portano a una nuova fioritura. È importante riconoscere il valore della crisi e accoglierla come un’opportunità per evolvere”.

Questo è un messaggio molto forte. Viviamo in una società che spesso demonizza la crisi, mentre tu la vedi come un punto di partenza per la trasformazione…

“La crisi è un segnale che qualcosa deve cambiare, e il coaching può aiutare a navigare questo processo. Ovviamente è fondamentale avere il coraggio di chiedere aiuto. Nessuno si salva da solo, e ci sono tanti strumenti e professionisti pronti a supportarti”.

Hai parlato di giovani e di dati preoccupanti su ansia e depressione. Come possiamo sensibilizzarli su questi temi?

“È una grande sfida. I giovani spesso non riconoscono i propri problemi o non vogliono investire su sé stessi. Sono iperstimolati dal digitale e spesso non hanno gli strumenti per fermarsi e riflettere. Credo sia fondamentale educarli fin da piccoli all’ascolto di sé, magari introducendo pratiche come la meditazione nelle scuole”.

Sembra che il tuo messaggio abbia un grande potenziale per ispirare molte persone e siamo certi che il tuo libro sarebbe di grande utilità. Ci permettiamo di suggerirti un possibile titolo: “Life coaching per realizzare il tuo potenziale”. Grazie Giuseppe per aver condiviso la tua esperienza e le tue riflessioni!

“Grazie a voi per questa opportunità. Spero che questo dialogo possa essere d’aiuto a chi sta cercando di ritrovare sé stesso o di fare il primo passo verso un cambiamento”.

 

Guarda la video-intervista:

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