Chiara Laura Bonetti immagina il libro “Uscire dalla bolla con l’aiuto degli animali”, con La Favola del Successo

Benvenuti a un nuovo appuntamento con La Favola del Successo. Oggi siamo in compagnia di una coach davvero speciale: Chiara Laura Bonetti. Il termine “coach” è forse riduttivo per definire il suo ruolo, ma scopriremo presto perché. Parleremo di percorsi terapeutici straordinari e di un approccio innovativo che ha il potere di trasformare le vite.

Benvenuta, Chiara Laura e grazie a te per aver accettato il nostro invito a questa chiacchierata. Cominciamo subito: raccontaci brevemente cosa fai. Poi esploreremo il tuo lavoro in modo più approfondito.

“Certamente! Il mio percorso è nato da due grandi passioni: l’amore per gli animali, in particolare per cani e cavalli, e la propensione naturale a prendermi cura degli altri. Sin da ragazzina, queste passioni mi hanno guidata, portandomi a studiare e formarmi in diversi ambiti. Dopo aver completato corsi specifici e ottenuto titoli professionali, sono diventata coadiutore del cane e del cavallo. Il coadiutore è una figura che lavora con gli animali per costruire relazioni terapeutiche con persone che affrontano difficoltà di vario tipo: ragazzi con ansia, anziani soli o detenuti, solo per fare alcuni esempi. Il nostro approccio è sempre multidisciplinare e include la partecipazione di professionisti come possono essere i veterinari. Creiamo progetti mirati che possono durare mesi o persino anni, con l’obiettivo di portare benessere alle persone coinvolte. Per me, gli animali hanno sempre rappresentato una fonte di benessere straordinaria, e ora voglio restituire quel dono agli altri”.

Una bellissima visione! Colpisce il fatto che tutte le categorie di persone con cui lavori condividano una forma di isolamento, che sia fisico o interiore: i ragazzi spesso si chiudono nella loro comfort zone, gli anziani nella solitudine, e i detenuti vivono una reclusione forzata. Possiamo definire il tuo approccio una forma di terapia, un sostegno che si sviluppa attraverso la relazione con gli animali?

Sì, è proprio così. E non lavoriamo solo con cani e cavalli. Gli animali certificati per questo tipo di interventi sono cinque: cane, cavallo, gatto, asino e coniglio. Ogni animale ha un proprio “archetipo” che entra in risonanza con le persone. Il cane rappresenta la fedeltà e l’amore incondizionato, il cavallo evoca libertà e forza interiore, il gatto è simbolo di indipendenza, il coniglio ci guida alla profondità dell’inconscio e l’asino richiama resilienza e umiltà”.

Interessante! Gli archetipi agiscono su di noi anche inconsapevolmente. Quando ci relazioniamo con un cane o un cavallo, queste connessioni simboliche amplificano il valore della relazione. E questa relazione, come dicevi, è tutto…

“Esatto! La relazione con l’animale diventa uno specchio di noi stessi. Ad esempio, il cavallo è incredibile in questo: se non sai imporre dei limiti, lui tende a invadere il tuo spazio. Insegna a comunicare in modo autentico. E prendersi cura di un animale porta grandi benefici. Per esempio, i ragazzi con disturbi alimentari, preparando il cibo per l’animale, imparano a prendersi cura di sé stessi e ricominciano a nutrirsi. Gli anziani, invece, riscoprono il piacere di socializzare, di stimolare la memoria e di sentirsi utili”.

È straordinario. Molti anziani vivono una forma di utilità forzata, come prendersi cura dei nipoti o svolgere mansioni domestiche, ma non è un’utilità che li fa fiorire. Invece, prendersi cura di un animale diventa un momento di crescita personale, un prendersi cura anche di sé.

Sì, è così. E non si tratta solo di dare, ma di costruire una relazione autentica, fatta di tempi lenti e di ascolto. Questo è fondamentale oggi, soprattutto in contesti urbani come Milano, dove la velocità è la norma”.

Toccare un animale, sentirne la presenza, interagire con tutti i sensi… Questo contrasta l’“anestesia” emotiva e sensoriale che caratterizza molte abitudini negative, come l’uso eccessivo dei social media. Si passa dall’anestesia alla sinestesia, che rigenera il cervello e aiuta a creare nuove connessioni neurali. Quanto influisce tutto ciò sui giovani che stanno ancora formando le loro mappe cognitive?

“Le esperienze relazionali arricchiscono le connessioni neurali e sostituiscono abitudini negative con nuove abitudini positive. Ad esempio, molti ragazzi con attacchi di panico o deficit di attenzione trovano nella relazione con l’animale una via per riconnettersi con sé stessi e con il mondo. E non solo i ragazzi: anche le famiglie e l’intero contesto sociale possono beneficiarne. Questo benessere è contagioso! Io lavoro anche con un’associazione che prepara cani d’assistenza per persone con diabete o epilessia. Questo cambia il modo in cui le famiglie percepiscono la relazione con l’animale: non è solo compagnia, ma una vera fonte di crescita”.

Se dovessimo immaginare il tuo lavoro in un libro, il punto centrale sarebbe proprio questo: mostrare come gli animali possano aiutare giovani e anziani a trovare un nuovo scopo. Questo scopo non è imposto, ma nasce dal benessere stesso che la relazione con l’animale porta…

Esatto. Il benessere è un circolo virtuoso che rafforza l’autostima e la motivazione. E così, giorno dopo giorno, anche ostacoli che sembravano insormontabili diventano affrontabili. Questo vale per tutti, dai ragazzi con ansia o attacchi di panico agli anziani che riscoprono il piacere di vivere”.

Grazie, Chiara Laura. Il tuo lavoro è davvero ispirante e offre una prospettiva nuova su come affrontare le difficoltà della vita. Speriamo davvero di poter leggere presto il tuo libro per il quale, come spesso facciamo, fantastichiamo anche su un possibile titolo, che, visti gli argomenti trattati potrebbe essere: “Esci dalla bolla con l’aiuto degli animali”.

Grazie a voi per avermi dato l’opportunità di raccontarmi e di raccontare il mio lavoro. Spero che queste esperienze possano ispirare tante persone a fiorire attraverso la relazione con gli animali”.

 

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