Benvenuti alla nostra rubrica “La favola del successo”, la collana di interviste dedicate agli imprenditori e ai professionisti che con il loro lavoro trasmettono un valore esperienziale importante. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi Angela Montanari, una coach e manager ad interim con un approccio innovativo alla gestione aziendale e al mentoring.
Ciao, Angela! Partiamo subito con una domanda diretta: qual è la tua peculiarità? Cosa ti fa sentire bene nel lavoro che svolgi ogni giorno?
“La mia più grande soddisfazione deriva dall’aiutare le aziende, gli imprenditori e le imprenditrici, i manager e le manager a migliorare il loro modo di lavorare. Il mio obiettivo è far sì che possano raggiungere i loro traguardi senza troppa tensione e stress. Raccontarlo sembra facile, ma nella realtà è una sfida complessa. Nel tempo ho sviluppato un mio metodo, che si fonda su un approccio empatico e che chiamo “managerialità ad interim generativa”. Questo metodo aiuta le persone a spostarsi da un punto all’altro del loro percorso professionale con maggiore consapevolezza e sicurezza. Integro la mia attività manageriale con il coaching e il mentoring, a seconda delle esigenze specifiche”.
Quindi, il tuo ruolo è quello di supportare le persone nel prendere decisioni nuove e consapevoli?
“Esattamente! Le aiuto a prendere decisioni nuove, ma anche a farlo in modo diverso e più consapevole. Cerco di eliminare dal processo decisionale la tensione, l’ansia e, quando possibile, anche la frustrazione. Decidere non è mai un processo semplice, perché le opzioni disponibili possono paralizzare chi deve scegliere. Aiuto i miei clienti a semplificare senza rinunciare alla complessità”.
Il momento decisionale è sempre carico di responsabilità. Quando un imprenditore deve prendere una decisione, ha di fronte a sé una moltitudine di dati, di alternative e di scenari, e questo può essere opprimente. Come si può affrontare tutto questo?
“La chiave è semplificare, senza eliminare la complessità. Le complicazioni si possono ridurre, la complessità no, perché è una caratteristica insita del processo decisionale. Se impariamo a eliminare ciò che non è necessario, vedremo che anche le decisioni più intricate diventano più chiare e gestibili”.
Interessante questa distinzione tra “complesso” e “complicato”. Il complesso è qualcosa che va accettato, il complicato è qualcosa che possiamo ridurre. Ma quando una persona è bloccata dal dubbio, come può superarlo?
“Il dubbio è naturale e può essere una risorsa, ma bisogna evitare di rimanerne intrappolati. Un processo decisionale efficace parte dalla consapevolezza del contesto e delle conseguenze, sia positive che negative. Nessuna decisione è priva di rischi, ma bisogna imparare a gestire queste incertezze senza lasciarsi sopraffare”.
Tutto ciò richiama il concetto del “dilemma cornuto” della logica, in cui sembra che ci siano solo due scelte e nessuna delle due sia perfetta. In realtà, spesso esiste una terza via che magari non è visibile a chi è coinvolto emotivamente nella decisione…
“È proprio qui che entra in gioco una figura esterna come la mia. Io non prendo la decisione per i miei clienti, ma li aiuto a vedere alternative che da soli non avrebbero considerato. La mia posizione distaccata mi permette di offrire una prospettiva più ampia, ma sempre con empatia. L’empatia è fondamentale perché mi permette di comprendere a fondo le difficoltà e i blocchi mentali del decisore”.
Quindi, in un certo senso, sei una sorta di guida che aiuta le persone a orientarsi nella loro realtà aziendale?
“Esatto, e lo faccio senza imporre scelte. La mia funzione è quella di facilitare il processo decisionale, portando la persona a prendere la decisione che più risponde ai suoi obiettivi e valori. È un lavoro di supporto, non di sostituzione”.
Un aspetto molto interessante è il ruolo del linguaggio nel processo decisionale. Il modo in cui parliamo influenza il nostro modo di pensare?
“Il linguaggio crea la realtà e il modo in cui esprimiamo i nostri pensieri condiziona le nostre azioni. Spesso suggerisco ai miei clienti di lavorare su un'”ecologia del linguaggio”, eliminando parole e frasi che portano negatività o incertezza. Dire “Non ce la farò mai” è molto diverso da dire “Devo capire come farcela”. La nostra mente reagisce alle parole che usiamo”.
Questo è un punto cruciale. Un altro tema rilevante è quello della “decision fatigue”, la fatica decisionale. Quando si prendono troppe decisioni, si arriva a un punto in cui il cervello è esausto e tende a scegliere la strada più semplice piuttosto che quella più giusta.
“La fatica decisionale è reale e pericolosa. La soluzione sta nella gestione delle priorità e nella creazione di routine efficaci. Non si può decidere tutto, sempre. È fondamentale imparare a stabilire cosa richiede una scelta consapevole e cosa può essere gestito con abitudini predefinite”.
Quindi, aiutare un imprenditore significa anche insegnargli a selezionare su cosa concentrare le proprie energie?
“È essenziale trovare spazi di riposo per il cervello e non farsi travolgere da un flusso continuo di decisioni. A volte, fermarsi e riflettere porta a scelte migliori rispetto a un’azione impulsiva. Lo spazio riflessivo è una risorsa”.
Un altro aspetto chiave è la gestione del tempo. Come si possono prendere decisioni senza procrastinare?
“Bisogna distinguere tra urgenza e importanza. Molti si concentrano sull’urgente, trascurando ciò che è davvero importante nel lungo periodo. Io aiuto i miei clienti a riconoscere questa differenza e a dare priorità alle scelte strategiche”.
Come sai, nei nostri dialoghi immaginiamo sempre il titolo del possibile libro in cui gli intervistati raccontano la propria attività e la propria utilità. Pensando al tuo metodo e a quanto può trasformare la prospettiva di un’azienda ti proponiamo il titolo “Punto di svolta”. Cosa ne pensi?
“Penso che sia molto centrato, perché il risultato del mio lavoro nelle aziende deve portare proprio a una svolta. Il mio intervento si svolge in un arco di tempo limitato, ma è pensato per essere generativo, dunque per lasciare dei semi che possano germogliare per dare il via a una trasformazione positiva della struttura e dell’approccio aziendale”.
Angela, è stato un piacere parlare con te. Hai condiviso tanti spunti preziosi per chiunque debba prendere decisioni complesse. Grazie per il tuo tempo!
“Grazie a voi! Spero che questi concetti possano essere utili a chiunque voglia migliorare il proprio approccio alle decisioni aziendali e personali. È stato un vero piacere!”
Angela Montanari ha portato una visione chiara e strutturata sulla gestione della complessità decisionale, offrendo strumenti pratici e riflessioni profonde. La sua esperienza dimostra che ogni decisione può essere affrontata con metodo, consapevolezza e, soprattutto, con la capacità di gestire l’incertezza in modo produttivo. Una vera guida per chi desidera migliorare il proprio approccio al management e alla leadership.
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